Questo è il nostro secondo viaggio in Perù. L’anno scorso abbiamo scritto “il Perù ti entra nel cuore”, quest’anno aggiungiamo: “e non ne esce più”.
Con l’abile supporto di Tuttaltromo(n)do, questa volta abbiamo costruito un tour tutto nostro più incentrato su natura e trekking.
Pima tappa Paracas. Hotel “super lusso”, ai bordi della riserva naturale, dirimpetto alla laguna.
Di primo mattino, ancora fusi dal fuso orario, alle 5 siamo già completamente svegli. Birdwatching a piedi lungo la spiaggia deserta dall’Hotel fino alla riserva naturale. Una miriade di uccelli, aiutati dal sorgere del sole, crea tutto per noi uno spettacolo unico: volo, tuffi nell’acqua, voci e luci. Giusto aperitivo per l’escursione marina alle Isla Ballestas dove la natura e la fauna sono indescrivibili. Splendide fotografie di leoni marini, sule, pinguini, cormorani e tanti ma tanti altri uccelli.
Tappa successiva, Ica (città ancora segnata dal terribile terremoto di circa 10 anni fa) e l’oasi di Huacacina con il dune bugghy, su e giù per le dune del deserto stile montagne russe. Ciliegina finale, il tramonto sul deserto e sull’oasi.
Trasferimento alla città di Arequipa con Cruz de Sur (bus turistico di lusso) e poi mini-bus (noi la guida e l’autista) verso la Valle della Colca con tappa al Mirador dei Vulcani sul passo Patapampa a 4910 m. con la vista panoramica a 360° di innumerevoli vulcani, non proprio tutti dormienti.
Lungo il percorso il paesaggio è indescrivibile. Da tratti completamente spogli a tratti di pascoli verdi con greggi di alpaca e lama, più in alto pascoli ocra dove ammirare le splendide vigogne selvatiche fino ad arrivare a quasi 5000 m, con pareti spoglie dove l’acqua è ghiacciata e un leprotto si lascia fotografare.
Su geniale suggerimento della “vulcanica” (di idee) Maria Grazia: discesa in bicicletta, circa 30 km dal Mirador (4910 m) a Chivay (3600 m). Spettacolare, una bellissima giornata con un cielo pazzescamente azzurro, una panoramica della valle indescrivibile e la sensazione di libertà che ti dà la discesa con una bicicletta professionale e (per fortuna) con freni che neanche sapevo esistessero.
La guida ci segue con il pulmino, penso non si fidi a lasciarci soli anche se siamo ovviamente in compagnia della guida specializzata per il tour in bicicletta. In compenso ci fa un servizio fotografico completo.
A Chivay, Calera, rilassante bagno termale con acqua a 38°. Siamo a 3600 m, ai piedi di ghiacciai, e dal sottosuolo sgorga acqua bollente!
Immancabile visita al Canyon della Colca (profondità 1200 m) e Cruz de Condor con il magnifico spettacolo dei condor che salgono dal canyon a volte passando bassi sulle nostre teste sfoggiando la loro apertura alare che può raggiungere i tre metri. Che fatica scegliere fra le tante fotografie.
Considerando il nostro obiettivo, trekking fino a 5200 m, l’acclimatazione è indispensabile per evitare problemi fisici, quindi, oltre a passare dei giorni (e notti) a più di 3400 m, facciamo due brevi escursioni attraverso paesaggi non ancora del tutto contaminati con passaggio fra insediamenti inca e pre-inca: un’escursione nei dintorni di Chivay (da circa 3400 a 3800 m) e una nei dintorni di Cuzco (anche qui da circa 3400 a 3800 m).
Finalmente trekking di due giorni al Vinicunca verso la montagna dei sette colori. Anche qui Maria Grazia si è superata: guida esperta con staff completo incluso il cuoco hanno allestito un “Campo base” (4600 m) con cucina e tenda accessoriata per passare la notte , impegnando varie persone e cavalli (per il trasporto del materiale) che accompagnavano noi due.
E’ mattina presto quando raggiungiamo la “montana colores” dopo circa due ore di cammino (da 4600 a 5200 m). Splendida tavolozza di colori frutto della differente sedimentazione dei metalli. A proseguire, il gruppo di montagne rosso monocolore con miriadi di tonalità, altrettanto spettacolare anche se non altrettanto famoso.
Quando torniamo sono quasi le 11 del mattino, il sentiero sembra un’autostrada nell’ora di punta e si fa fatica a passare. Per fortuna siamo arrivati presto e ci siamo gustati il panorama nel silenzio e nella pace.
E ora potremmo anche tornare a casa soddisfatti, ma (grazie Maria Grazia), per chiudere in bellezza, eccoci a Iquitos con la “crociera” lungo il Rio delle Amazzoni su nave top: la Rivers & Forest Amazzonia.
Molteplici escursioni: birdwatching, delfini rosa, isla los momos (scimmie), mariposario (farfalle), centro rescue di cetacei, la scoperta all’interno della giungla con piccole imbarcazioni, il bagno nel rio, la pesca dei piragna e sempre le tribù (civilizzatissime) locali e la loro festosa accoglienza.
Sulla nave da menzionare in particolare l’alloggio con vetrata su tutta la parete per poter ammirare il Rio in tutta la sua grandezza e in ogni suo angolo, il ponte con la Jacuzzi, il cibo superlativo con prodotti locali squisiti e sapientemente preparati (da uno chef e due sous-chef).
I nostri compagni di viaggio, l’equipaggio sempre disponibile e i padroni di casa (ottimo il loro italiano), ci hanno fatto dimenticare di essere clienti, ci siamo sentiti ospiti graditi e alla fine abbiamo lasciato degli amici.
Ancora oggi, la mattina presto, nel dormiveglia, guardo fuori dalla finestra aspettandomi di vedere la giungla e il rio.
Da ringraziare la perfetta organizzazione di Tuttaltromo(n)do (Maria Grazia sei grande), tutti i “croceristi” della Rivers & Forest Amazzonia e tutto il personale che ha reso facile il nostro viaggio: gli autisti (di cui è da menzionare la professionalità dimostrata sempre, anche su strade particolarmente difficili; mai abbiamo avuto alcun timore), le guide (tutte in italiano a parte la guida per le escursioni durante la crociera il cui sforzo per riuscire comunque a comunicare con noi è stato pregevole).
Reportage di Agostino e Mariateresa
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